Cuore resiliente: amministrazioni e imprese insieme contro il rischio idrogeologico
Le imprese abitualmente non vengono direttamente coinvolte nel far fronte alle criticità legate ai rischi naturali: non nel bel mezzo di una emergenza, ma neppure nelle attività di prevenzione. Eppure il rafforzarsi dell’idea che ogni territorio, e tutta la sua popolazione, deve essere resiliente, e quindi capace di reagire positivamente di fronte alle crisi, si sta rafforzando: a partire dalle indicazioni del Codice di protezione civile alla sempre più diffusa tendenza a costruire piani di protezione civile partecipati.
È a partire da questa considerazione che Cuore resiliente, progetto semplice del Piano integrato territoriale Alte Valli -Cuore delle Alpi, ha messo a punto fra le azioni che devono concorrere al raggiungimento del suo obiettivo generale (“rafforzare la sicurezza e la resilienza delle comunità di montagna, attraverso la messa in rete delle competenze dei soggetti rilevanti e la definizione di misure di mitigazione dei rischi naturali, con particolare riferimento al rischio idrogeologico”) un’azione sperimentale sul territorio della Città metropolitana di Torino, che è capofila del progetto, per coinvolgere insieme all’amministrazioni pubbliche le imprese.
Per avviare l’attività sono stati invitati a un incontro presso la Città metropolitana i Sindaci di Pinerolo, Torre Pellice, Bricherasio, Pragelato, Prali, Pinasca, Condove, Bussoleno, Villarbasse e Sauze di Cesana, che fanno parte delle valli di Susa e del Pinerolese, aree di pertinenza del partner di progetto Gal Escarton e Valli valdesi.
L’incontro, presieduto dal vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, è servito a porre le basi del lavoro futuro: la creazione di un gruppo di lavoro che veda insieme ai Sindaci almeno una delle imprese operanti nel loro Comune, cui seguiranno una serie di forum nell’aree interessate per spiegare il progetto e cominciare a capire in che modo le imprese possono contribuire a mitigare i rischi naturali. Una dimensione finora inesplorata e che aumenterà la consapevolezza generale dei rischi che insistono nelle diverse comunità. Obiettivo finale, la creazione di un “quaderno di buone pratiche” per ciascun ambito territoriale, che sarà anche in futuro uno strumento utile per la pianificazione di protezione civile.